lunedì 28 settembre 2009

Stress lavoro correlato: cos'è, perché nasce, come si misura, come vincerlo...

Lo stress da lavoro correlato fa parte dei rischi contemplati dal D. Lgs. 81/08 e successive modificazioni introdotte dal D. Lgs. 106/09.

Lo stress è lo stato di disagio che deriva dal difetto di integrazione dell’individuo con l’ambiente che lo circonda. Lo stress da lavoro correlato è così quello che si manifesta nell’ambito dell’attività lavorativa. In particolare lo stress da lavoro correlato indica lo stress che si manifesta nel rapporto del lavoratore con l’insieme delle componenti umane e non che compongono l’ambiente lavorativo.

Due banali esempi per uscire dal generico:

(1) Una sedia scomoda che produce mal di schiena seppur leggero

(2) un capo che usa modi sgarbati nel rivolgersi ad un dipendente

sono entrambi, seppur per versi differenti, fonti possibili di stress.

Lo stress da lavoro correlato è allora quel disagio psico-sociale che opprime il lavoratore procurandogli prima demotivazione, poi disaffezione ed infine frustrazione, compromettendone in via sempre crescente le prestazioni nel lavoro.

La materia rimarrebbe assolutamente vaga se non esistessero metodi per la misura del livello di stress di una persona. Questi metodi si fondano tanto sulla interpretazione di test, come il test MSP, quanto anche dai risultati di specifiche analisi cliniche.

Ci sembra doveroso esporre una nostra considerazione sull’argomento. Lo stress da lavoro correlato appunto perché si presenta per l’interazione di almeno 2 soggetti diversi può assumere forma e rilevanza molto variabile da caso a caso.

Coloro che si ispirano alla filosofia di Ralph Waldo Emerson, il saggio di Baltimora, il quale diceva “Stai calmo: tutto questo tra cent’anni non avrà alcuna importanza” certamente saranno meno stressati di coloro che tendono a ritenere che tutto il mondo cospira contro di loro. Ciò vale per lo stress prodotto dagli effetti dei rapporti interpersonali e non invece per il caso della sedia scomoda.

Esercitiamoci a convincere in primo luogo noi stessi che chi ci precede nella scala gerarchica non è necessariamente migliore di noi e che un suo comportamento poco urbano più che umiliare noi squalifica lui stesso.

La possibilità che ciascuno possa lavorare in uno stato di benessere, non di relax, avvantaggia in primo luogo il datore di lavoro ed è strano che spesso sia proprio lui il primo a non capirlo.

Molti sono ancora convinti che il diritto a sedere su una sedia comoda si maturi con il grado occupato nella scala gerarchica, così come ancora oggi possiamo sentire dire che “il figlio di un avvocato non può essere confrontato con quello di un bracciante agricolo”.

Lo stress si combatte in primo luogo sviluppando l’autostima che è cosa ben diversa dalla presunzione.


Il Documento di Valutazione dei Rischi deve contenere una parte dedicata alla valutazione dello Stress da Lavoro Correlato.

Un datore di lavoro avveduto che ponga questo problema nella giusta luce e non consideri il documento dei valutazione dei rischi da stress niente più che un fastidioso obbligo burocratico ne trarrà vantaggi di inestimabile valore per la propria azienda.


Per maggiori informazioni circa la redazione del Documento di Valutazione dei Rischi:

WST Italia Srl - corsi@wstitalia.com - tel: 02/96459201


Fonti: Sicurezzasenzaconfini

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